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Già dai titoli si capisce, è chiaro, è evidente che Vittorio Amadio si rivolge ad altro, a quello spazio indefinito, e indefinibile, che c'è fra la nostra testa e il nostro cuore, come avviene miracolosamente nel passaggio dalla notte al giorno. I suoni della natura, l'odore della campagna e il profumo dei fiori che sbocciano alle prime luci, si fondono in un unicum racchiuso nella capacità dei cinque sensi di svegliarsi, di mettersi in movimento, di rendere noi stessi fieri di esserci e di vivere. Si può dunque parlare di una linea tematica che affronta, come non mai, le regole complesse della religiosità legata indissolubilmente al mondo della natura, a quegli interregni che si intersecano in un cammino fatto di ricerca assoluta che conduce all'unico sentiero possibile, quello dell'anima. In questa raccolta di 157 opere, di diversi formati, destinate all'Oriente, Amadio racconta illogicamente la storia di un tracciato in sé logico e ben definito. Parla di 'salvezza' e di 'visione', di 'aspirazione' e di 'meditazione', concetti conditi con l'unica salsa possibile: il silenzio. I tratti veloci di acrilico, infatti, disegnano un mondo sospeso, mai poggiato su superfici....